La sottile linea scura
Il romanzo racconta gli eventi accaduti durante la lunga estate del 1958 in una piccola cittadina del Texas, ancora dominata da un profondo razzismo verso i neri e da una condizione della donna spesso subalterna. Il protagonista è un giovane ragazzo che quasi per caso si imbatte in un mistero vecchio di anni sui quali lo sceriffo locale non ha certamente indagato a fondo. Si tratta di un libro di letteratura sudista, con tinte gotiche: un cofanetto sepolto vicino a una casa bruciata molti anni prima, il mistero di una prostituta decapitata la stessa notte in cui un’altra ragazza appartenente alla famiglia più importante della cittadina muore nell’incendio, il mistero del corpo del bambino sepolto in un mucchio di segatura nella segheria abbandonata, un padre fanatico religioso che picchia quotidianamente a sangue moglie e figlio recitando versetti biblici…Un sud intriso di violenza dove questo ragazzino si incarica – con un amico improbabile un anziano nero che cita Sherlock Holmes – di dipanare i misteri della cittadina. Un melange un po’ Mark Twain, un po’ Harper Lee. E la musica? Siamo nella seconda metà degli anni Cinquanta e si va di rockabilly e rock’n’roll. Un posto dove il massimo che la radio locale è Rock and Roll is here to stay di Danny and the Juniors, Book of Love dei Monotones o Splish Splash di Bobby Darin. Canzoni melense oltre ogni dire, adatte ai gusti di un adolescente anni Cinquanta. E invece cosa ascolta l’amico detective di colore: blues ovviamente, Big Joe Turner nello specifico. Scena cult: la famigliola del ragazzo va a vedere un minstel show, uno spettacolo che francamente si potrebbe ritenere estinto alla fine degli anni Cinquanta e invece no a quanto pare. Ecco la descrizione: All’abbassarsi delle luci, apparvero due bianchi con la faccia tinta di nero e i labbroni bianchi. Uno suonava il banjo; trambi cantavano. Cantavano pezzi cosiddetti classici, roba del tempo degli schiavi, cose tipo Way Down Upon The Swanee River e Jimmy Crack Corn, oltre a qualche brano di carattere religioso come The Great Speckled Bird e I’ll Fly Away. Poi vi fu un turbinio di barzellette, tutte con la gente di colore come bersaglio. Barzellette che parlavando di gente che non fa altro che pescare e farsi delle belle scorpacciate di anguria e di pollo fritto, di gente con poca voglia di lavorare ma ugualmente felice e contenta; neri simpatici, insomma, che non facevano altro che ridere, cantare e ballare, e tenere allegri i bianchi.
Benvenuti al sud, verrebbe da dire!